Le persone, oggi, hanno bisogno certamente di tante cose: di certezze, di un po’ di pace, di informazioni di qualità, di politici che sappiano parlare in italiano e che sappiano elaborare una strategia che non cambi dopo tre ore, di grandi prodotti, di innovazione… ma, soprattutto, le persone hanno bisogno di essere trattate bene.
Da chi? Dalle altre persone, da tutti coloro che ci circondano.
Dai professionisti della pubblica amministrazione se la pigliano con chi gli capita a tiro ai venditori caricati a molla da guru da strapazzo e che non sono capaci a trattarti come si deve; dal medico scorbutico o semplicemente convinto che bastino i dati a modificare la tua opinione all’influencer che ti risponde male o ti blocca a prescindere; dal genitore che fa del suo meglio ma sbaglia le frasi e ti crea paturnie e sensi di colpa… sino al collega o all’amica che vuole solo sfogarsi e, senza saperlo, ti farcisce la testa di parole bruttissime.
Abbiamo tutti bisogno di essere trattati meglio, con rispetto e con capacità: le buone intenzioni non sempre bastano.
Ma il primo passo, quindi, tocca a noi.
Siamo noi a dover trattare bene noi stessi: parlarci meglio, gestire meglio il nostro tempo, leggere di più e leggere meglio, scegliere le persone con le quali fare il nostro viaggio, dedicarci tempo di qualità, scegliere le parole da dirci, darci qualche pacca sulle spalle in più.
Ma attenzione: tutte queste capacità, non arrivano dal cielo: le buone intenzioni, da sole, possono non bastare. Ci dobbiamo lavorare.
Insisto, su questo: di cuori gentili è pieno il mondo, ma di cuori gentili e capaci di far quello che va fatto non ce ne sono poi molti. Servono gentilezza e coscienza, intenzioni e capacità di realizzarle, cuore e cervello.
Tutti i giorni, un passo alla volta. E tutti insieme, perché questo è un tipo di viaggio che o si fa tutti insieme, o alla fine non riesce a farlo nessuno.
Nessun commento:
Posta un commento