martedì 27 marzo 2012

il cuore.....



Oggi, un bimbo: "Ma il cuore sta sempre nello stesso posto, oppure, ogni tanto, si sposta? Va a destra e a sinistra?".

Io: "No, il cuore resta sempre nello stesso posto. A sinistra .. " ...

Poi, un giorno, crescerai. Ed allora capirai che il cuore vive in mille posti diversi, senza abitare, davvero, nessun luogo.
... Ti sale in gola, quando sei emozionato. O precipita nello stomaco, quando hai paura, o sei ferito.
Ci sono volte in cui accellera i suoi battiti, e sembra volerti uscire dal petto. Altre volte, invece, fa cambio col cervello.

Crescendo, imparerai a prendere il tuo cuore per posarlo in altre mani. E, il più delle volte, ti tornerà indietro un po' ammaccato. Ma tu non preoccupartene. Sarà bello uguale. O, forse, sarà più bello ancora. Questo, però, lo capirai solo dopo molto, molto tempo.
Ci saranno giorni in cui crederai di non averlo più, un cuore. Di averlo perso. E ti affannerai a cercarlo in un ricordo, in un profumo, nello sguardo di un passante, nelle vecchie tasche di un cappotto malandato.

Poi, ci sarà un altro giorno. Un giorno un po' diverso. Un po' speciale. Un po' importante. Quel giorno, capirai che non tutti hanno un cuore.

lunedì 26 marzo 2012

gesu nel pozzo


                                                                   Gesu al pozzo   
 

Gesu,se non ti pensassi spesso seduto accanto a quel pozzo

stanco per la fatica e per il caldo,

forse non avrei il coraggio di credere in Te.

Perche io spesso sono stanco.

Dello studio e del lavoro,degli amici e dei nemici,

di chi si comporta male e di chi si comporta bene e lo fa pesare.

Di quelli che non sono mai stanchi e di quelli che lo sono sempre,

di chi è perfetto e di chi non lo è.

In certi giorni sono stanco di tutto...

   

Quando è cosi,Gesu,

vengo vicino a quel pozzo e mi siedo accanto a Te

stanco sotto il sole di mezzogiorno.

E mi sento rinfrancato e tranquillo.

   

Signore,

non so imitarti quando sei in forma;

vicino a quel pozzo finalmente ci riesco.

martedì 20 marzo 2012

MASSIMO MONTEBELLI 7 parigi dakar



Rimini, 19 marzo 2012 - LE MOTO erano la sua grande passione. E anche ieri non aveva rinunciato all’appuntamento con gli amici del motoclub Acerboli di Santarcangelo. Una giornata di test e prove su circuito a Camerano finita in tragedia. Massimo Montebelli aveva appena terminato il suo giro e stava parlando con alcuni amici quando è sbiancato in volto. «Non mi sento bene, forse un calo di pressione» è riuscito a dire Montebelli, 53enne riminese, ex pilota e ora meccanico. Aiutato dagli amici aveva raggiunto il suo camioncino dove era riuscito a stendersi.

«Sembrava stesse meglio, ma il battito era sempre più debole — racconta Paolo Focchi, uno degli amici motociclisti che erano al fianco di Montebelli — Abbiamo subito chiamato l’ambulanza e nel frattempo abbiamo iniziato a praticargli il massaggio cardiaco». I soccorsi da Santarcangelo sono arrivati in pochi minuti e le operazioni per far rinvenire l’uomo sono proseguite per un’ora. Ma Montebelli è morto senza riprendere conoscenza. L’uomo, che da qualche qualche anno si era trasferito a Coriano, lascia la moglie e una figlia.
MASSIMO Montebelli fra i motociclisti professionisti e i semplici appassionati di due ruote era considerato un artista, tanto da meritare il soprannome di ‘mago dell’alluminio’. Perchè le creazioni di Montebelli erano dedicate alle moto da fuoristrada, soprattutto per la Parigi-Dakar. Una gara che il 53enne originario di Rivazzurra conosceva bene. Per ben sette volte Montebelli aveva partecipato come pilota alla leggendaria traversata del deserto africano e in cinque occasioni era riuscito a tagliare l’ultimo traguardo.

«Diceva sempre che lui aveva fatto quella vera — ricorda commosso Paolo Focchi che condivideva con Montebelli la passione per le due ruote — Erano i tempi in cui non c’erano sponsor o case costruttrici alle spalle: Massimo si era sempre arrangiato». In sella alla sua moto partecipò a sei edizioni consecutive fra il 1988 e il 1993, conquistando in quest’ultima l’ottavo posto assoluto, e l’ultima nel 2001. Ma l’amore per le due ruote non si era spenta. «Nel garage della sua abitazione di Coriano — prosegue Focchi — aveva allestito un’officina dove preparava le moto per le gare in Africa, quelle dove le condizioni sono davvero estreme. Massimo si occupava di tutte quelle parti che soffrivano le alte temperature come il serbatoio, per questo era stato soprannominato il mago dell’alluminio. Il suo lavoro era conosciuto e apprezzato non solo in Italia, ma anche all’estero. Tanti piloti da tutta Europa gli commissionavano lavori sulle proprie moto. E lui era pronto a lavorare anche tutta la notte per prepararla a dovere. Aveva delle mani d’oro e creava delle opere d’arte».
ANCORA da fissare la data dei funerali di Massimo Montebelli che era nato a Rimini nel 1959. «Non posso davvero credere — conclude l’amico Paolo Focchi — che un ragazzone di quasi un metro e 90 come lui se ne sia andato così, in un secondo. Viveva la moto in maniera intensa, era davvero una persona speciale. Noi lo chiamavamo ‘il fantastico’ per la sua grande passione».

benvenuta primavera


 
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Oggi 20 marzo, alle 6 e un quarto circa, avviene l’equinozio di primavera: il Sole supera l’equinozio celeste, passa nell’emisfero celeste settentrionale e segna quel primum vere, il primo giorno di primavera, che dà il nome a tutta la nuova stagione

lunedì 19 marzo 2012

auguri papà


E se avessi saputo che la vita ti avrebbe riservato questo........non sarei voluta crescere,......si ...perche' crescendo incominciai ad allontanarmi da te.....dal tuo affetto...dalle tue carezze.....dalle tue parole....ma non perche' lo volevo....ma perche' mi vergognavo....mi sentivo grande.....e credevo di non aver bisogno piu' di una parola , invece....proprio adesso che sono adulta ...mi accorgo di quanto sei importante per me.....di quanto ho ancora bisogno di te. Ma adesso purtroppo te lo posso dire solo scherzando perchè per te non sono una bimba ,,,ma una che ti tormenta e ti fa dispetti.!!!...AUGURI PAPA'.....te li ho fatti a voce tre volte e ogni volta mi hai detto mavala auguri!!!!



che figo che sei ...auguri papà 19.03.2012


domenica 18 marzo 2012

Venezia - Marmolada con bici e sci in meno di 13 ore: Alessandro Forni domina le Dolomiti

Venezia - Marmolada con bici e sci in meno di 13 ore: Alessandro Forni domina le Dolomiti


NordEst - L'atleta trentino Alessandro Forni è arrivato felice anche se stanco per l'impresa, in piazza Duomo a Trento. Impresa solitaria senza sponsor, contro ogni limite da Venezia a Punta Penia con bici e sci.

L'impresa in tempo reale il 16 marzo 2012:ORE 5.00 Partenza in bici da Venezia
ORE 9.00 Arrivo a Belluno e prima breve sosta
ORE 11.00 Arrivo ad Agordo
ORE 13.00 Inizio salita al passo Fedaia

ORE 15.00 Partenza con gli sci - Inizio ascesa Marmolada
ORE 17.30 Alessandro Forni raggiunge la vetta della Marmolada (Punta Penia) dopo 12 ore e mezza.
La fatica comincia a farsi sentire ma il successo dell'impresa lo ripaga dello sforzo fatto fin qui. Discesa con gli sci e di nuovo in sella.
ORE 22.30 Rientro in bici in piazza Duomo a Trento

Missione compiuta: dopo il Cevedale la Marmolada - Dalla Laguna alle Dolomiti pedalando e sciando in solitaria. E' stata la nuova sfida – dopo il record registrato nel 2011 – dell'atleta trentino Alessandro Forni.

“Siccome non sono uno a cui piace stare fermo – spiega l'atleta a Trento - le mie idee continuano ad andare avanti. Per questo ho scelto la cima più alta della Marmolada (e di tutte le Dolomiti), Punta Penia, partendo da Venezia, quindi dal mare, in bicicletta, sempre con sci ed attrezzatura caricati sulla bici, insomma con lo stesso spirito del Cevedale: in autosufficienza.
In questo caso però, ridisceso al Passo della Fedaia, dove ho lasciato la bici, ho deciso di tornare a Trento, arrivando così in serata nella mia città natale. Una grande soddisfazione, senza grandi sponsor alle spalle, inneggiando ad uno sport pulito, vicino all'ambiente e alla fatica più vera”.
 
Alex Fink Dega La vera Impresa ! Grande esempio per i giovani ! Chi ha le motivazioni e la grinta, arriva dove vuole senza l'aiuto di nessuno
Sergio Lorenzi Complimenti Alessandro F. bravissimo super, a differenza di altri che con gli sponsor non riescono a concludere i loro obbiettivi

Trebo Davide Bravo ale!

Marco Facchinelli Grande Ale!!!
Ahahah!!!bravo Sergio!!ben detto!!!
 

Alessandro Forni Grazie...ma sono stato anche fortunato ieri...vento a favore tra Belluno e Caprile, la neve ok nonostante il caldo...insomma ho fatto più chilometri in bici in questi due giorni che quasi in tutto l'inverno...vuol dire che gli sci servono a qualcosa come allenamento...anzi..

Giuliano Ioriatti Grande Ale! riesci sempre a stupire e quel che fa differenza sempre con la max umiltà, esempio di un vero atleta, bravo ancora.

Dossi Marcellina Ale mi ricordo sempre le prime tue parole quando ti ho conosciuto..sono passati anni e sei sempre uguale ..QUELLO CHE FA LA DIFFERENZA ..oltre la tua grande forza di volontà è la tua Semplicita' ...grande!!!!!!!!!
 

 
 
 
 
 
 
 

venerdì 16 marzo 2012

la fede nel quarto dito???



Impressionante, non ho mai sentito una spiegazione così logica e bella del xké l...a fede si usa nel quarto dito... Leggete ne vale la pena.

Una leggenda cinese è riuscita ad spiegare in una maniera molto convincente: I pollice rappresentano i genitori. L'indice rappresentano i fratelli, sorelle e amici. Il dito medio rappresenta te stesso. L'anulare (quarto dito) rappresenta il tuo coniuge. Il mignolo rappresenta i tuoi figli.
Ora unisci le tue mani, palmo contro palmo, dopo, poi unisci un dito medio all'altro facendo in maniera che essi puntino verso te, come nell'immagine...
Ora tenta separare in maniera parallela i tuoi pollici (genitori) noterai che si separano xké i tuoi genitori non sono destinati a vivere con te sino alla tua morte, unisca le dita nuovamente.
Ora faccia lo stesso con gli indicatori (fratelli, sorelle e amici) anche essi si separano xké loro se ne vanno ognuno alla ricerca del suo destino, unisci nuovamente le dita. Ora tenta separare i mignoli (figli) anch'essi si separano xké i figli crescono e quando possono farcela da soli se ne vanno, unisci nuovamente le dita.
Finalmente prova a separare le dita anulare (coniuge)e ti sorprenderai quando non riuscirai assolutamente separale. Questo è dovuto al fato che una coppia è destinata a stare assieme sino a l'ultimo giorno della loro vita, ed è per questo che la fede si usa nel quarto dito. Ti piace?

sabato 10 marzo 2012

garetta sociale sci club arcobaleno bondone 10.03.12

Belli i nostri atleti dell'arcobaleno e grazie ai maestri Diego, Michele , Ale e Nicola.

 ecco i bimbi in fila per partire .



 Ale con papà prima della garetta


io e papà alla partenza era felicissimo parlava con tutti.







giovedì 8 marzo 2012

giornata della donna 08/03/2012


..Le donne. Che stramba invenzione, riescono a tenere il peso del mondo sul palmo di una mano come fosse una piuma.
Sono in grado di assorbire mari di lacrime all'interno di un solo abbraccio. Diffondono fasci di luce ovunque utilizzando un unico, meraviglioso strumento: il sorriso.
Raccolgono e annullano giorni e giorni di incubi, all'interno di un dolce sguardo.
Le donne... hanno dentro il loro ventre, il senso supremo dell'esistenza..."
  

In tutto il mondo la giornata della Donna, detta più propriamente 'Giornata internazionale della donna', si celebra l’8 marzo. Ricorrenza con la quale si ricordano le conquiste passate e si rivendicano ulteriori diritti e pari opportunità, la Giornata Internazionale della Donna deve essere un momento di consapevolezza e presa di coscienza.

Ma perché è stato scelto proprio l'8 marzo? Una leggenda, ormai sfatata, narra che la data fosse stata scelta per commemorare le centinaia di donne morte durante un incendio scoppiato in una fabbrica di camicie, a New York, proprio l’8 marzo del 1908.

Le origini della festa sono però diverse. La Giornata della Donna cominciò a essere festeggiata all’inizio del XX secolo e, ogni nazione, aveva fissato una sua data. Per esempio, in alcuni Paesi come l’ Austria, la Svizzera e la Danimarca, la Giornata Internazionale della Donna venne istituita per la prima volta il 19 marzo 1911 mentre negli Stati Uniti si celebrava già l’ultima domenica di febbraio.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale le celebrazioni furono interrotte un po’ ovunque fino al 1917 quando l’8 marzo, a San Pietroburgo, le donne guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra e che determinò anche l’inizio della Rivoluzione Russa di febbraio (che portò al crollo dello zarismo). Finalmente, il 14 giugno, la Seconda Conferenza Internazionale delle donne comuniste che si tenne a Mosca, fissò all'8 marzo la Giornata Internazionale dell'Operaia.

In Italia, la Giornata della Donna, si festeggiò per la prima volta nel 1922 per opera del Partito Comunista per essere poi ufficializzata nel 1946 quando venne introdotta anche la mimosa come simbolo delle celebrazioni.

Infine, nel 1977, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite stabilì ufficialmente che l’8 marzo fosse istituita, nel mondo,


E' il simbolo floreale della Festa della Donna: la mimosa, il cui nome scientifico è Acacia Dealbata, è il classico omaggio che le donne ricevono in occasione della ricorrenza dell'8 marzo.

Tuttavia la mimosa non è stata sempre simbolo di questa festività: se le prime rivendicazioni e celebrazioni risalgono al 1911, la comparsa della mimosa si ritrova parecchi anni dopo, nel 1946.

L'idea di adottare la mimosa come fiore ufficiale della Festa della Donna è tutta italiana: l'iniziativa partì dall'UDI (Unione Donne in Italia) che al suo interno contava esponenti del PCI, PSI, Sinistra Cristiana, Democrazia del Lavoro e Partito d'Azione.

L'8 Marzo 1946 la Giornata Internazionale della Donna fu festeggiata in tutta Italia e per la prima volta a simbolo della ricorrenza fu utilizzata la mimosa.

La scelta ricadde proprio sulla mimosa perché, oltre ad essere una pianta che fiorisce proprio agli inizi di marzo, è anche un omaggio poco costoso e per questo adatto a tutte le estrazioni sociali.

Diego Bosis

... AMICO DIEGO BOSIS, PLURICAMPIONE ITALIANO-VICECAMPIONE DEL MONDO E CAMPIONE DEL MONDO A SQUADRE DI TRIAL, MORTO 18 GIORNI FA A 44 ANNI. PURTROPPO I NOTIZIARI NAZIONALI ERANO TROPPO IMPEGNATI A PARLARE DELLA FARFALLA DI BELEN E DI SANREMO, E NON ESSENDO UN CALCIATORE................. I MASS MEDIA NON HANNO NEANCHE MENZIONATO LA NOTIZIA. RICORDIAMO DEGNAMENTE L'ATLETA, INVIDIATOCI DA TUTTO IL MONDO, CHE HA SEMPRE GAREGGIATO PER LA NOSTRA NAZIONE. ♥

domenica 4 marzo 2012

LA VASA a Mora

bravissima oltre aver gareggiato venerdi con il  pattinato Adele ha concluso la Vasa in 5ore e30m. 90km!!

meno fortunato " Nazzi "oggi non era in forma ma sempre presente e non demorde mai. Conclusa in 7ore e qualcosa.

Ale sempre forte 5ore e 2 minuti assieme a Mariano Trentini.



Che dire di Arianna Mazzel??? bravissima in 6ore e 15...e Salti Dennis in 5ore e 1minuto assieme a Carmine Tomio.
Bravissimi tuttiiiiiiiiiiiiiiiii

venerdì 2 marzo 2012

TRIAL DELL'ORSA GARA DA FARE COME REGALO DEL MIO ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO.

Orsa Minore 15km • D+1000 - Orsa Maggiore 25km • D+1900 - Orsa Marathon 42km • D+2800
Dal piazzale della Chiesa di Brentino (160 slm) si percorrono circa trecento metri in lieve salita per le vie del centro, su asfalto prima e sanpietrini poi, fino all'imbocco della scalinata che segna l'inizio del Sentiero della Speranza (nr 73) per il Santuario Madonna della Corona. Un attacco subito ripido, da qui "a tutto d+" e "a zero asfalto". L'impegnativa ascesa è un susseguirsi di gradoni in pietra e sassi alternati a sentiero. L'ultimo tratto è il più irto con una decina di rampe di scale in cemento fino all'innesto con il sentiero della Valle delle Pissote (nr 75) a quota 630 mslm (km 2,5) Inizia un breve segmento di traverso in single trek a tratti esposto ma dotato di cavi di sicurezza in acciaio. Il tracciato prosegue con saliscendi continui, tra rocce e torrenti, lungo la più spettacolare valle del versante orientale del Baldo veronese. Guadato il Vajo delle Pissotte sostenendosi al cavo d'acciaio di sicurezza e posando i piedi sui massi emergenti dall’acqua, una ripida erta tra la faggeta sale sul versante orientale fino ai 748 slm di malga Orsa (km 5). Punto acqua alla fontana prima di attraversare la radura e innestarsi così nel sentiero 74. Si riprende a salire nei boschi per zig zag impegnativi e sfiancanti. La variante di sentiero devia sulla destra, sempre all'insù con brevi tratti per recuperare. Un ultimo strappo tra boschi ad alto fusto e siamo a Villaggio Albarè (km 6,2). Si prosegue a destra per 10 metri su asfalto per rientrare subito nel sentiero, ora più scorrevole e pianeggiante, ai lati della foresta del Monte Cor. A Passo della Crocetta (km 7,2, 996 slm, ristoro), tocchiamo la Cima Coppi della corsa. Finalmente discesa: giù in picchiata fino a inserirsi a destra (km 8,3)nel largo sentiero (itinerario naturalistico) che porta ai Piani di Festa, a quota 670 m slm, enorme prato circolare circondato da boschi fittissimi.
Siamo circa al km 9 - 670slm - Ristoro e Bivio percorsi.
L'Orsa Minore (percorso non competitivo) svolta a destra, Orsa Maggiore e Marathon proseguono dritto.
Orsa Maggiore e Orsa Marathon (percorsi competitivi) proseguono per variante di sentiero nel sottobosco con uno spettacolare passaggio nelle "gallerie militari". Poche centinaia di metri e siamo di nuovo sul sentiero 76 che scende a Belluno per veloce toboga tra i boschi della Val dei Ranzi, tra pista monotraccia e mulattiera, mai troppo tecnico ma comunque da percorrere con occhio attento e piede sicuro. Giunti all'agriturismo Costasenel (km 14 - 260 slm) troviamo un ristoro completo (di cui vi consigliamo di approfittare!). Da qui si risale una piccola stradina protetta da parapetto che, successivamente, in lieve discesa conduce ad un crocevia con fontanella. Si prosegue sulla mulattiera che piega sulla sinistra e sale dritta e ripida. E' il poco battuto sentiero della Val Valnasse. Sassoso e largo nella prima parte, svolta poi a destra, attraversando il rio, e diventando single trek nel sottobosco. Pochi i punti di riferimento: tratto ostico e "appeso" per evidente traccia che lascia solo brevissime pause per tirare il fiato. Attraversato un macerato di rocce e pietre il percorso sembra più facile ma è solo il preludio all'ultimo e difficile tratto che porta ai 704 slm delle Casette di Valnasse, dove intersechiamo il sentiero delle Vacche (km 16), utilizzato in passato dai mandriani locali. Ruderi e muri a secco: retaggi di antica attività pastorizia di montagna.
km 16 > Cancello orario e bivio per percorso "Orsa Marathon". A sx l'Orsa Maggiore, a dx per i temerari della Marathon.
L'Orsa Maggiore, dunque, prosegue a sinistra su saliscendi dal fondo variegato: attraversamento di rii e guadi con rocce e massi, tratti di traverso, radici sporgenti. In circa 3 km si rientra ai Piani di Festa, passando per loc. Lavaccio (680 mslm), vasta pozza dalle cui acque si alzano alti alberi secolari.
Orsa Marathon ... Si prosegue dunque a destra in salita (!) per il sentiero delle Vacche, recentemente risistemato e restituito agli escursionisti, salendo in direzione Passo Cerbiolo. Altri 700 mt di dislivello TUTTI in pista monotraccia, belli "tosti" soprattutto nella prima parte con tratti "ripidissimi" nel superamento dellla Valla dei Fo. Nessun punto acqua su questo versante baldense. Qualche sporadico presidio dei nostri volontari su cui fare conto ma non troppo. Quindi conservate le scorte d'acqua della borraccia (obbligatoria) e di integratori.
Superata loc. Praiscel (1201 mt slm), vista mozzafiato sulla Valdadige, si percorrono i resti di vecchie trincee militari fino a scollinare ai Paloni di Cerbiolo (1400 mt slm) con un fantastico panorama sulle creste del Baldo. A Malga Cerbiolo (1370 mt) si procede in discesa su carrareccia in direzione Malga Prazagano. Siamo in vista del ristoro.

21° km: Ristoro Completo • Cancello orario • Assistenza
Rifocillati, viriamo a dx su divertente variante di tracciato nel bosco, che si sviluppa nel versate sottostante alla Cima Paloni e che ci riporta pochi metri sopra il Passo Cerbiolo fino a imboccare il Sentiero degli Archetti nei pressi di Malga Fassole.
Siamo ora sul Sent. 661 immersi ora nella flora baldense tra alberti ad alto fuso e sottobosco: attraversato un piccolo rio, risaliamo sino al Cavallo di Novezza (1433 mt slm) passando per Passo Campione.
Si prosegue in discesa sui prati a sinistra della rotabile.
Ma non è finita la ricerca della vetta ... "we keep on climbing but we never find the top!" Un'ultima ascesa per fantastica digressione in cresta sulle trincee tra Punta delle Redutte e Cima dei Paloni (1582 mt slm) che vi ripagherà dello sforzo.
Volto lo sguardo all'orizzonte, ora si scende davvero, fino a riprendere la scorrevole jeeppabile nei pressi di Casara Gambon.
Un sorso d'acqua alla Fontana della Teja (1202 mt slm) e poi giù fino al Passo del Casello (1055 mt slm) per sentiero sempre corribile.
Attenzione a qualche cancello / tornello a protezione dei pascoli estivi che sarà debitamente segnalato.
Da qui prendiamo il sentiero 660, superato il piazzale di una casa-colonia, e per single trek, mai troppo tecnico, ci riporta sino al ristoro di Piani di Festa, nei pressi di Loc. Lavaccio (670 mt slm).
Piani di Festa: Da qui tutti i percorsi tornano a coincidere.
Ristoro Completo • Punto Assistenza • Presidio medico
Dopo poco il sentiero diventa strada battuta in attraversamento di loc. Tese e successivamente per circa 1 km.
A seguire discesa veloce su sentiero 660, che diventa sempre più tecnica man mano che si scende di quota. 2 km da prendere con le pinze soprattutto nel finale con parecchi gradoni rocciosi da affrontare con piglio deciso.
Finalmente pianura …appena usciti dal bosco svoltiamo subito a destra sulla strada bianca e poi lungo i vigneti di Rivalta.
Il percorso prosegue veloce e pianeggiante fino ad attraversare il canale Biffis appena entrato in galleria, seguire la capezzagna che con un tornantino ci porta all’inizio di un campo di kiwi. Tenere il filare più a monte (è quello dove verosimilmente i grappoli di kiwi daranno meno problemi) fino a ritrovare il sentiero.
Quattro rampe minori si alternato a brevi discese nel sottobosco … grinta e concentrazione … manca poco ma sono strappi che fanno male alle gambe.
Sbucati fuori dal boschetto, lambiamo un vigneto fino a intersecare il breve tratto in asfalto che scende al piazzale sterrato dell'Agriturismo Al Castel.
Da qui a destra, di nuovo off-road, per morbido saliscendi che via molino di Sotto ci riporta fino all'abitato di Brentino. Un ultimo dosso da scavalcare prima dei trecento metri finali su asfalto che portano all'arrivo.
Rispettivamente 15,25 e 42 km!
Orsa Minore, Orsa Maggiore, Orsa Marathon … un Trail Stellare!
Orario di partenza: h 9,00 per Orsa Minore e Maggiore, h 8,00 per orsa Marathon
Tempo massimo: 6 ore per Orsa Minore e Orsa Maggiore, 9 ore per Orsa Marathon
 

si si .


Non bisogna amare solo perchè gli altri ti amano,ma amare perchè TU ami.
Non bisogna sorridere solo perchè gli altri sorridono, ma sorridere perchè TU senti di sorridere.
L’amore che provi per qualcuno può essere infinito, non farlo finire solo perchè lui non ama come te.
Se vuoi piangere, piangi non fingere di non farlo solo perchè ti vergogni degli altri;
perchè ricorda che tutto ciò che fai, è ciò che gli altri sanno "ben dire" che è sbagliato.
La vita è un attimo prezioso, essenza dei tuoi giorni, profumo dei tuoi anni, chiave dei tuoi sogni…
Non vivere perchè devi alla vita, ma vivi perchè TU sei vita.


giovedì 1 marzo 2012

Lucio Dalla morto in Svizzera di infarto.

E' morto Lucio Dalla, Si trovava in Svizzera per una serie di concerti, Dalla il 4 marzo avrebbe compiuto 69 anni


Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po'
e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.
Da quando sei partito c'è una grossa novità,
l'anno vecchio è finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va....


Penso a delusioni, a grandi imprese, a una thailandese.
 Ma l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale.
-- Lucio Dalla
 
Lucio Dalla - La casa in riva al mare

Dalla sua cella lui vedeva solo il mare,
ed una casa bianca in mezzo al blu
e una donna si affacciava Maria,
è il nome che le dava lui...
Alla mattina lei apriva la finestra
e lui pensava quella è casa mia
tu sarai la mia compagna Maria,
una speranza e una follia...


E sognò la libertà,
e sognò di andare via, via
e un anello vide già,
sulla mano di Maria

Lunghi silenzi come sono lunghi gli anni,
parole dolci che si immaginò
questa sera vengo fuori Maria,
ti vengo a fare compagnia

E gli anni stan passando tutti gli anni insieme
ha già i capelli bianchi e non lo sa
dice sempre manca poco, Maria,
vedrai che bella la città...

E sognò la libertà,
e sognò di andare via, via
e un anello vide già,
sulla mano di Maria

E gli anni son passati, tutti gli anni insieme
ed i suoi occhi ormai non vedon più
Disse ancora: la mia donna sei tu,
e poi fu solo in mezzo al blu
e poi fu solo in mezzo al blu,
e poi fu solo in mezzo al blu...