martedì 20 marzo 2012

MASSIMO MONTEBELLI 7 parigi dakar



Rimini, 19 marzo 2012 - LE MOTO erano la sua grande passione. E anche ieri non aveva rinunciato all’appuntamento con gli amici del motoclub Acerboli di Santarcangelo. Una giornata di test e prove su circuito a Camerano finita in tragedia. Massimo Montebelli aveva appena terminato il suo giro e stava parlando con alcuni amici quando è sbiancato in volto. «Non mi sento bene, forse un calo di pressione» è riuscito a dire Montebelli, 53enne riminese, ex pilota e ora meccanico. Aiutato dagli amici aveva raggiunto il suo camioncino dove era riuscito a stendersi.

«Sembrava stesse meglio, ma il battito era sempre più debole — racconta Paolo Focchi, uno degli amici motociclisti che erano al fianco di Montebelli — Abbiamo subito chiamato l’ambulanza e nel frattempo abbiamo iniziato a praticargli il massaggio cardiaco». I soccorsi da Santarcangelo sono arrivati in pochi minuti e le operazioni per far rinvenire l’uomo sono proseguite per un’ora. Ma Montebelli è morto senza riprendere conoscenza. L’uomo, che da qualche qualche anno si era trasferito a Coriano, lascia la moglie e una figlia.
MASSIMO Montebelli fra i motociclisti professionisti e i semplici appassionati di due ruote era considerato un artista, tanto da meritare il soprannome di ‘mago dell’alluminio’. Perchè le creazioni di Montebelli erano dedicate alle moto da fuoristrada, soprattutto per la Parigi-Dakar. Una gara che il 53enne originario di Rivazzurra conosceva bene. Per ben sette volte Montebelli aveva partecipato come pilota alla leggendaria traversata del deserto africano e in cinque occasioni era riuscito a tagliare l’ultimo traguardo.

«Diceva sempre che lui aveva fatto quella vera — ricorda commosso Paolo Focchi che condivideva con Montebelli la passione per le due ruote — Erano i tempi in cui non c’erano sponsor o case costruttrici alle spalle: Massimo si era sempre arrangiato». In sella alla sua moto partecipò a sei edizioni consecutive fra il 1988 e il 1993, conquistando in quest’ultima l’ottavo posto assoluto, e l’ultima nel 2001. Ma l’amore per le due ruote non si era spenta. «Nel garage della sua abitazione di Coriano — prosegue Focchi — aveva allestito un’officina dove preparava le moto per le gare in Africa, quelle dove le condizioni sono davvero estreme. Massimo si occupava di tutte quelle parti che soffrivano le alte temperature come il serbatoio, per questo era stato soprannominato il mago dell’alluminio. Il suo lavoro era conosciuto e apprezzato non solo in Italia, ma anche all’estero. Tanti piloti da tutta Europa gli commissionavano lavori sulle proprie moto. E lui era pronto a lavorare anche tutta la notte per prepararla a dovere. Aveva delle mani d’oro e creava delle opere d’arte».
ANCORA da fissare la data dei funerali di Massimo Montebelli che era nato a Rimini nel 1959. «Non posso davvero credere — conclude l’amico Paolo Focchi — che un ragazzone di quasi un metro e 90 come lui se ne sia andato così, in un secondo. Viveva la moto in maniera intensa, era davvero una persona speciale. Noi lo chiamavamo ‘il fantastico’ per la sua grande passione».

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