domenica 26 febbraio 2017

Amicizia

❤️❤️❤️Non riesco ad immaginare una vita senza amici. Spesso chiamiamo amici tutte quelle persone con cui abbiamo rapporti...ma gli amici sono ben altro...sono coloro con i quali possiamo essere sempre noi stessi senza finzioni,senza interesse...coloro che conoscono i nostri pregi e anche i nostri difetti e nonostante tutto non ci chiedono di cambiare ...coloro ai quali possiamo confidare i nostri pensieri più segreti e più intimi senza essere giudicati.Possiamo dargli tutta la nostra fiducia sicuri che non ci tradiranno mai;ci resteranno vicino non per cosa abbiamo ma per quello che siamo...sono coloro che gioiscono con noi nonostante non condividano i nostri interessi...
AMICIZIA=rispetto-complicità-sincerità-fiducia ❤️❤️

sabato 25 febbraio 2017

La poesia "Se" di Kipling è l'eredità che tutti i figli dovrebbero ricevere dai propri padri

SE
Se riesci a conservare il controllo quando tutti
Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad avere fiducia in te quando tutti
Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e a non stancarti di aspettare,
O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall’odio,
e tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio:
Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
e trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per abbindolare gli sciocchi,
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita infrante,
E piegarti a ricostruirle con arnesi logori.
Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio
E non fiatare una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non resta altro
Tranne la Volontà che dice loro: “Tieni duro!”
Se riesci a parlare con la folla e a conservarti retto,
E a camminare coi Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l’amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile
Dando valore a ogni istante che passa,
Tua è la terra e tutto ciò che è in essa,
E – quel che è più – sei un Uomo, figlio mio!

domenica 5 febbraio 2017

Vanezze palon dai mughi , Roce rosse Palon Vanezze


Sono fiera di me e sai perché? In tutte le cose
che ho fatto ci ho messo il cuore. In tutte le cose che ho detto c'è stato amore. Sono fiera di me e sai perché? In mezzo a tante facce finte
ho scelto di essere me stessa con i miei pregi
e i miei difetti. L' apparenza la lascio ai perdenti.
A chi non vive, a chi preferisce non essere. Io sono. Io vivo...a modo mio.




L' amicizia è quella cosa che io ti dico che stai facendo una cazzata, tu la fai lo stesso e io ti voglio bene più di prima.








venerdì 3 febbraio 2017

la Repubblica Felici ma scontenti!!!

C’erano una volta un Lui e una Lei.
Lui aveva i suoi bisogni, lei i propri.
Tra i bisogni di lui c’era quello di avere lei, e tra quelli di lei c’era il desiderio di stare accanto lui. Lui aveva delle “cose” da dare a lei, lei ne aveva “altre ancora” che voleva ricevere da lui. E viceversa.
Si scambiavano molto a vicenda. Ma ogni tanto arrivavano quei momenti in cui nessuno dei due si sentiva pienamente appagato dall’altro. Era come se d’un tratto non si capissero più. Si amavano tanto, ma le aspettative reciproche non potevano fare a meno di essere, ogni tanto, deluse. Allora sopraggiungeva la sensazione che tra loro “mancasse qualcosa”. Qualcosa che avrebbe potuto dare “un valore aggiunto” al legame. Ma nessuno dei due riusciva a individuare con esattezza di cosa si trattasse… Continuarono a nutrire e ad autoregolare la relazione tra alti e bassi, promesse e compromessi. E vissero così un po’ felici e un po’ scontenti: contenti di stare insieme ma non sempre soddisfatti.
Nell’era delle dating app, delle convivenze easy, delle frasi d'amore su tumblr e dei flirt complicati, le relazioni ci soddisfano sempre di meno ed è come se i gesti romantici stessero perdendo il loro valore. Per riscoprire il valore delle relazioni moderne proviamo a riprendere le fila di quell’ "economia del sentimento" di cui ha parlato per primo l’economista Adam Smith. E capire insieme, passo dopo passo, come mai la curva di domanda e quella di offerta, nel "mercato delle relazioni", non si incontrino più

LA MICROECONOMIA PER CAPIRE LE RELAZIONI DI COPPIA Era il 1759, quando Adam Smith affrontò per primo il tema della società e delle relazioni nella sua opera “Teoria dei sentimenti morali”. Sembrerà strano ma, nonostante la società sia cambiata, la logica che regola le relazioni pare essere rimasta la stessa. Smith parlava di tre pilastri su cui costruire un “mercato felice” di lunga durata. Empatia, condivisione e amore di sé. Considerava le relazioni affettive come parte integrante ed essenziale per il funzionamento di un sistema più grande: la società. E tutte – dico tutte – le relazioni si fondavano sull’arte del baratto. Do ut des, direbbero i latini.
L’inclinazione a barattare e scambiare una cosa con un’altra è comune a tutti gli uomini” – Adam Smith

LA RELAZIONE COME SCAMBIO Che ci piaccia oppure no, nessuna relazione moderna esula dallo scambio. Così è stato, così sarà. Siamo tutte “prede” delle aspettative, esattamente come siamo tutte disposte a dare amore nella speranza di riceverlo. Chiaramente l’amore è un pensiero che non si dovrebbe avere. Sarebbe meraviglioso donare all’altro senza il timore né la probabilità né la preoccupazione di “restarci fregate”. Eppure, a volte, il baratto non è presidiato da alcun lieto fine. Anzi. Ci sono storie in cui, dopo “l’ultimo scambio di arresto”, ci pentiamo quasi di aver dato troppo. Troppa energia, troppa attenzione, troppo di noi a qualcuno che non lo meritava affatto.

FELICI MA SCONTENTI Se guardiamo un attimo la realtà dei fatti, o meglio delle relazioni a conti fatti, ci accorgiamo che non tutte le coppie sono soddisfatte in pieno della loro relazione. Se da un lato ci sono legami saldi, appagati e che si reggono in piedi, dall’altro ce ne sono altrettanti che fanno fatica ad auto-conservarsi. Allo stesso modo è difficile scovare una single che sia felice al 100% di esserlo. Insomma, c’è sempre una piccola parte di noi che, nelle relazioni o nella singletudine, rimane scontenta.

IL VERO VALORE DEL SENTIMENTO La domanda arriva spontanea. Come mai, in una società piena di stimoli, svaghi e incontri a portata di smart-phone, trovare - o tenersi stretta - la persona giusta è diventato così complicato? Per dirla in termini economici, è come se nel sistema uomo-donna la curva di domanda e quella di offerta non si incontrassero più. O è come se si incontrassero ma in alcuni casi il valore dello scambio fosse basso, o addirittura pari a zero. I gesti romantici hanno perso parte del valore che avevano una volta. E questo non tanto per il gesto di per sé né per la sua forma. Quanto per il suo contenuto del gesto che è diventato sempre meno consistente e autentico.
Unire sentimento ed economia non è, quindi, un proposito così strano: ha il suo senso, il suo perché. Ed è esattamente il contrario di quel sembra: significa opporsi all’amore commerciale e svalutato. Quello dei “ti amo” detti pour parler, dei regali pensati per far colpo, delle cene offerte con doppio fine, dei giuramenti fatti ma senza crederci.
Osserviamo ora le relazioni che ci circondano, quelle che viviamo e quelle degli altri. È un po’ come se avessimo perso di vista il vero “valore” del sentimento: la sua consistenza. E, di riflesso, si fosse alzata la soglia della sicurezza affettiva. Tanto che ci sembra sempre più complicato raggiungerla!

VI SENTITE APPAGATE DALL'AMORE? Per sicurezza, meglio dubitare di tutto: potrebbe essere questo il motto di una relazione moderna. Basta guardare i precedenti affettivi di ciascuna di noi. Quanti uomini abbiamo conosciuto, di quanti ci siamo fidate, con quanti ci siamo lasciate andare per poi chiudere la storia con il commento finale “Credevo fosse quello giusto, mi sbagliavo”?
“Penso, dunque, sono” scriveva Cartesio nel 1600.
“Penso, dunque, sono single” potremmo dire oggi.
Ripensate adesso all’ultima storia che avete chiuso. O, più in generale, ai motivi per cui le vostre relazioni passate sono finite. Noterete che a un certo punto tra voi e l’altro era venuto a mancare un equilibrio, un punto di incontro. Come se, a un tratto, ciò che davate voi non avesse trovato più una corrispondenza rispetto a ciò che ricevevate da lui. “Non mi sentivo abbastanza amata”, “Mi sono accorta che ero sempre io a venirgli incontro”. Oppure: “Ho iniziato a trascurarlo perché non ero più coinvolta”. O ancora: “Diceva di amarmi… Diceva.”
Pensate ora a una relazione che state vivendo – se la state vivendo! – e nella quale vi sentite appagate e amate. Quanto amore stato investendo nei confronti dell’altro? Quanto tempo state dedicando? Probabilmente lo stesso che a voi torna indietro. Per questo non ci state pensando. Quando non sentiamo la mancanza di un “bene” all’interno della coppia è perché quel “bene” non ci manca affatto. Neanche un po’. E non ci manca nella misura in cui è a nostra completa disposizione: la relazione affettiva in corso produce amore e sia noi che l’altro ne risultiamo appagati.

Indagare l’economia del sentimento vuol dire esplorare le scelte individuali che si fanno nella coppia. Comprendere quali risorse del “mercato sentimentale” sono a nostra disposizione, quali scarseggiano e perché. Rendersi conto che per dedicare del tempo a qualcuno bisogna rinunciare a qualcos’altro. E che non è tutto amore quel che sembra. O che si spaccia per tale. Ma, soprattutto, occuparsi dell’economia del sentimento significa approcciarsi allo studio delle relazioni moderne nell’ottica di riscoprirne il valore . E quindi nella prospettiva di ritrovare la formula - per dirla alla Smith – di una felicità d’insieme duratura.