Travolta sulle strisce, muore a Rovereto
8 Marzo 2014 78 commenti
Un rumore sordo, nemmeno tanto forte. A chiudere gli occhi pareva che non fosse successo niente di grave. Invece il dramma era lì, sull'asfalto. Cristina Pedri, 54 anni, roveretana, è stata investita al semaforo di corso Rosmini. La sua bicicletta, quella in sella alla quale la si vedeva passare in città, non poteva proteggerla contro quel camion. E l'impatto, devastante, non le ha lasciato alcuna possibilità. È morta sul colpo, schiacciata dalle ruote. Mentre i passanti erano immobili a lato strada, increduli.
Perché il semaforo di corso Rosmini è il cuore della città. È noioso, lungo per i pedoni. Ma mai nessuno ne aveva colto la pericolosità. Fino a ieri. È accaduto alle 13.30. A quell'ora Cristina Pedri era uscita dal negozio Cisalfa di via Tacchi, dove lavorava da decenni, dov'era un'istituzione. Doveva andare in posta. In sella alla bici si è diretta lungo corso Rosmini. L'unico dato certo è che al momento dell'impatto era in mezzo all'incrocio con via Fontana: si trovava un metro a sinistra dalle strisce pedonali. Stava attraversando l'incrocio. In quel momento è passato un camion, che da corso Rosmini ha svoltato a destra su via Fontana. E l'ha investita in pieno.
L'altro dato certo è che il camion qualche istante prima era fermo al semaforo. È partito quando è scattato il verde. A dirlo sono due automobilisti che lo seguivano a bordo di un furgone.
Se queste sono le certezze, l'unica spiegazione attualmente possibile - visti anche i rilievi dei vigili urbani - è che la bicicletta e il camion fossero appaiati, su corso Rosmini. Entrambi fermi al semaforo. Ma il camion nemmeno ha visto la donna: troppo alto il mezzo pesante, troppo bassa la bicicletta. Quando è scattato il verde lei dev'essere andata dritta, il camion deve aver fatto manovra senza nemmeno accorgersi che c'era qualcuno alla sua destra. Questa è quantomeno la ricostruzione dei vigili urbani, a poche ore dalla tragedia. Una ricostruzione che ha tuttavia poche basi d'appoggio: i testimoni (che pur a quell'ora devono esserci stati, in via Fontana) si sono dileguati prima dell'arrivo delle forze dell'ordine. Chi ha visto, ha visto solo il camion, da dietro.
L'ha visto fermarsi all'improvviso, ha visto scendere l'autista, che ha iniziato a gridare disperato, prendendosi a pugni in testa. Una ricostruzione che combacia con quanto raccontato dallo stesso autista del camion, sentito ieri dalla polizia municipale. Ha detto di non aver visto nulla. Ha sentito un rumore, ha immaginato di aver toccato qualcosa in alto. Per questo è sceso, solo per controllare. E ha visto una scena agghiacciante. La stessa che si è presentata ai soccorsi, qualche istante più tardi. La bicicletta letteralmente spaccata in due: da una parte le ruote, dall'altra il telaio, incastrato sotto il mezzo pesante. E la donna, incosciente, era sotto il camion, parte del corpo incastrato sotto una ruota. Una scena straziante, davanti alla quale non restava niente da fare. Ma ci hanno provato lo stesso. Sia i medici dell'ambulatorio di corso Rosmini, che sentito il trambusto sono scesi in strada, sia la Croce Rossa di Folgaria in quel momento di passaggio sul corso, sia il 118. Ci hanno provato, ma si sono dovuti arrendere. Non c'era modo di evitare il dramma.