martedì 10 aprile 2012

Qualche giorno a Venezia

 Due passi a Marostica prima di avviarci per Venezia.
Eccoci scesi dal vaporetto fermata Rialto , la direzione Piazza S. Marco..

ci sono persone che non smetteranno mai di volersi bene , semplicemente perchè cio che li lega è più forte di ciò che li divide.


Decidiamo di scendere alla fermata Rialto per immortalare il ponte al passaggio delle gondole e le vedute più suggestive. Così facendo prendiamo il  Canaletto fotografando le imbarcazioni e le gondole in una prospettiva in cui la luce del sole si alterna alla pioggia.

 Tra negozi e monumenti e tantissima gente le ore volano.
Piazza San Marco è il primo posto che viene in mente a tutti quando si parla di Venezia. Il grande piazzale su cui sorge la Basilica, con la pavimentazione nascosta da migliaia di grossi piccioni che attendono, non proprio pazientemente, i turisti lanciatori di molliche e semi, è forse l'immagine più famosa di Venezia.

Il ponte dei sospiri altra metà obbligatoria tutte le volte che si passa a Venezia.
Ma per Silvia le cose più belle sono i negozi e i vari nomi dei locali.Oltre esser felice perchè Riccardo è con noi. Abbiamo pranzato in un localino fantastico anche il servizio è stato ottimo. Mi sembra si chiamasse " Cardellino" piccolo piccolo ma si mangia bene.

Ritornare a Venezia mi fa provare ogni volta gioiose sensazioni e forti emozioni nonostante l’abbia già visitata in diverse occasioni.

venerdì 6 aprile 2012

auguri Buona Pasqua

 
Signore che Pasqua sara' per chi e' in un letto d' ospedale?
che Pasqua sara' per chi e' lontano dalla famiglia?
che Pasqua sara' per chi non ha cibo?
che Pasqua sara' per chi e' senza lavoro?
che Pasqua sara' per chi e' triste? per chi e' solo?
...
che Pasqua sara' x un genitore che non ha accanto il propio figlio?
per chi e' malato, per chi ha perso da poco una persona cara?...

Ascolta la mia preghiera Signore....stai vicino a tutti quelli che soffrono, rendili partecipi della gioia della tua Risurrezione


giovedì 5 aprile 2012

e si !

Ho imparato che spesso le persone non comprendono quello che hanno davanti e spesso non lo apprezzano...
ho imparato che da un giorno all'altro tutto può cambiare..
ho imparato che non c'è cosa più bella e difficile che potersi fidare di qualcuno..
ho imparato ad accettare le delusioni o comunque a non dargli troppo peso..
ho imparato ad andare avanti anche quando l'unica persona con cui vorresti parlare è la stessa che ti ha ferito..
ho imparato che questo molte persone non l'hanno mai capito.
Ho imparato che più dai e meno ricevi.
Che ignorare i fatti non cambia i fatti.
Che i vuoti non sempre possono essere colmati.
Che le grandi cose si vedono dalle piccole cose.
Che la ruota gira, ma quando ormai non te ne frega più niente.
E (soprattutto quello che più mi piace della vita) è che non si finisce mai di imparare.
(Fabio Volo)

lunedì 2 aprile 2012

Giovanni Paolo II

La pace non può regnare tra gli uomini se prima non regna nel cuore di ciascuno di loro. (Giovanni Paolo II)


Il 2 aprile del 2005 Un grande uomo venuto da lontano, lascio la terra ma non i nostri cuori!
Ora lassu' e' alla destra del Padre!
Un grande Uomo, Un grande Papa, un segno dell'amore ..
 

martedì 27 marzo 2012

il cuore.....



Oggi, un bimbo: "Ma il cuore sta sempre nello stesso posto, oppure, ogni tanto, si sposta? Va a destra e a sinistra?".

Io: "No, il cuore resta sempre nello stesso posto. A sinistra .. " ...

Poi, un giorno, crescerai. Ed allora capirai che il cuore vive in mille posti diversi, senza abitare, davvero, nessun luogo.
... Ti sale in gola, quando sei emozionato. O precipita nello stomaco, quando hai paura, o sei ferito.
Ci sono volte in cui accellera i suoi battiti, e sembra volerti uscire dal petto. Altre volte, invece, fa cambio col cervello.

Crescendo, imparerai a prendere il tuo cuore per posarlo in altre mani. E, il più delle volte, ti tornerà indietro un po' ammaccato. Ma tu non preoccupartene. Sarà bello uguale. O, forse, sarà più bello ancora. Questo, però, lo capirai solo dopo molto, molto tempo.
Ci saranno giorni in cui crederai di non averlo più, un cuore. Di averlo perso. E ti affannerai a cercarlo in un ricordo, in un profumo, nello sguardo di un passante, nelle vecchie tasche di un cappotto malandato.

Poi, ci sarà un altro giorno. Un giorno un po' diverso. Un po' speciale. Un po' importante. Quel giorno, capirai che non tutti hanno un cuore.

lunedì 26 marzo 2012

gesu nel pozzo


                                                                   Gesu al pozzo   
 

Gesu,se non ti pensassi spesso seduto accanto a quel pozzo

stanco per la fatica e per il caldo,

forse non avrei il coraggio di credere in Te.

Perche io spesso sono stanco.

Dello studio e del lavoro,degli amici e dei nemici,

di chi si comporta male e di chi si comporta bene e lo fa pesare.

Di quelli che non sono mai stanchi e di quelli che lo sono sempre,

di chi è perfetto e di chi non lo è.

In certi giorni sono stanco di tutto...

   

Quando è cosi,Gesu,

vengo vicino a quel pozzo e mi siedo accanto a Te

stanco sotto il sole di mezzogiorno.

E mi sento rinfrancato e tranquillo.

   

Signore,

non so imitarti quando sei in forma;

vicino a quel pozzo finalmente ci riesco.

martedì 20 marzo 2012

MASSIMO MONTEBELLI 7 parigi dakar



Rimini, 19 marzo 2012 - LE MOTO erano la sua grande passione. E anche ieri non aveva rinunciato all’appuntamento con gli amici del motoclub Acerboli di Santarcangelo. Una giornata di test e prove su circuito a Camerano finita in tragedia. Massimo Montebelli aveva appena terminato il suo giro e stava parlando con alcuni amici quando è sbiancato in volto. «Non mi sento bene, forse un calo di pressione» è riuscito a dire Montebelli, 53enne riminese, ex pilota e ora meccanico. Aiutato dagli amici aveva raggiunto il suo camioncino dove era riuscito a stendersi.

«Sembrava stesse meglio, ma il battito era sempre più debole — racconta Paolo Focchi, uno degli amici motociclisti che erano al fianco di Montebelli — Abbiamo subito chiamato l’ambulanza e nel frattempo abbiamo iniziato a praticargli il massaggio cardiaco». I soccorsi da Santarcangelo sono arrivati in pochi minuti e le operazioni per far rinvenire l’uomo sono proseguite per un’ora. Ma Montebelli è morto senza riprendere conoscenza. L’uomo, che da qualche qualche anno si era trasferito a Coriano, lascia la moglie e una figlia.
MASSIMO Montebelli fra i motociclisti professionisti e i semplici appassionati di due ruote era considerato un artista, tanto da meritare il soprannome di ‘mago dell’alluminio’. Perchè le creazioni di Montebelli erano dedicate alle moto da fuoristrada, soprattutto per la Parigi-Dakar. Una gara che il 53enne originario di Rivazzurra conosceva bene. Per ben sette volte Montebelli aveva partecipato come pilota alla leggendaria traversata del deserto africano e in cinque occasioni era riuscito a tagliare l’ultimo traguardo.

«Diceva sempre che lui aveva fatto quella vera — ricorda commosso Paolo Focchi che condivideva con Montebelli la passione per le due ruote — Erano i tempi in cui non c’erano sponsor o case costruttrici alle spalle: Massimo si era sempre arrangiato». In sella alla sua moto partecipò a sei edizioni consecutive fra il 1988 e il 1993, conquistando in quest’ultima l’ottavo posto assoluto, e l’ultima nel 2001. Ma l’amore per le due ruote non si era spenta. «Nel garage della sua abitazione di Coriano — prosegue Focchi — aveva allestito un’officina dove preparava le moto per le gare in Africa, quelle dove le condizioni sono davvero estreme. Massimo si occupava di tutte quelle parti che soffrivano le alte temperature come il serbatoio, per questo era stato soprannominato il mago dell’alluminio. Il suo lavoro era conosciuto e apprezzato non solo in Italia, ma anche all’estero. Tanti piloti da tutta Europa gli commissionavano lavori sulle proprie moto. E lui era pronto a lavorare anche tutta la notte per prepararla a dovere. Aveva delle mani d’oro e creava delle opere d’arte».
ANCORA da fissare la data dei funerali di Massimo Montebelli che era nato a Rimini nel 1959. «Non posso davvero credere — conclude l’amico Paolo Focchi — che un ragazzone di quasi un metro e 90 come lui se ne sia andato così, in un secondo. Viveva la moto in maniera intensa, era davvero una persona speciale. Noi lo chiamavamo ‘il fantastico’ per la sua grande passione».