lunedì 14 aprile 2014

13,04,2014 Avellana a Volano CRUS SEMPRE DIVERTENTI


                                               sempre più difficile lo strecing

  dal Dario dopo la gara
                       i più giovani Luigi e Gino due xsone eccezionali
                         Ezio in un "passo" di stretching. Fede si allaccia la scarpa e pronti via tutti partiti
                                           il gruppo manca Folga di riscaldamento
Mauretto e il figlio ...il figlio lo ha battuto ... poi le dice ...Te hai taiàààà

sabato 12 aprile 2014

GIRO DI PRESSANO CON gli amici LIZZANELLA prima uscita con loro

                         Marcello Cobra anche lui arrivato col fiato corto ma non molla!!! vice presidente
                       
                                             Caio lo vedo sudato ma per il resto Ok!!
 Gerola Dino un pò di pancetta ma va come una moto 50km in pianura e in salita non si stacca

                         72 anni e non sentirli anche lui km su km ogni giorno!!

                       Ecco il presidente del Lizzanella Bianchi Giorgio sempre sulla breccia

 Zecca, Brugna, o meglio ancora Franco che simpatico è..... ha detto mi sono fermato xchè mi ha chiesto di fare pipi (il suo..) altrimenti me la facevo adosso!!

                                        mitico Aldo sempre presente non molla mai

LAVORI ALLE LARGHE 10.04.2014








mercoledì 9 aprile 2014

puoi sempre scegliere


 PUOI SEMPRE SCEGLIERE...
Puoi sempre scegliere
se cavalcare l’onda o lasciarti travolgere;
puoi sempre scegliere
se reagire negativamente o trasmettere energia positiva;
puoi sempre scegliere
se criticare o essere d’esempio;
puoi sempre scegliere
se lamentarti o impegnarti;
puoi sempre scegliere
se ascoltare col cuore o farti condizionare dalla mente;
puoi sempre scegliere
se sorridere o giudicare,
puoi sempre scegliere,
se essere gentile o avere ragione.
Puoi sempre scegliere
che ricordo lasciare dietro di te.

venerdì 28 marzo 2014

PER NON DIMENTICARE..

La lettera dei genitori al figlio che non c'è più

solitudineUn anno fa decideva di togliersi la vita F.T., un giovane roveretano. I suoi genitori hanno mandato una lettera al nostro giornale scritta come se fosse direttamente inviata al giovane. Abbiamo deciso di pubblicarla perché si tratta di un appello a tutti i giovani perché si rimettano in gioco affrontando con i propri genitori i problemi. Abbiamo però deciso di mettere solo le iniziali del ragazzo, per non alimentare inutili morbosità rispetto a un gesto tragico e drammatico.

LA LETTERA 
«Ciao F. - scrivono i genitori - è passato un anno da quando hai deciso di lasciarci e di non combattere più per i tuoi sogni.
È passato un anno in cui noi ci siamo macerati nella ricerca di una risposta all'unica domanda che, ormai, ci rimane nella mente, ossia «perché». Una domanda che rimarrà senza una risposta per sempre, per il solo fatto che tu non sei qui a darci una conferma alle nostre ipotesi. Una domanda che è figlia del vostro modo di vivere i vari momenti della vita. Come hai avuto modo di scriverci nel tuo ultimo testo, «in questa vita, non c'è nulla che valga la pena di essere vissuto o per cui valga la pena vivere, a parte voi».
Questa è una delle cose che più ci fanno stare male. Evidentemente non era abbastanza. Noi abbiamo le nostre colpe, su questo non c'è dubbio, colpe che sono anche figlie del tempo che viviamo: un tempo in cui si sostituiscono gli affetti ed il piacere di stare assieme con la pratica sui «social». Tu eri particolare, sensibile, intelligente, sveglio e particolarmente voglioso di vita, di affetto, di attenzione e di ritrovare un caposaldo a cui fare riferimento, ma l'hai cercato nei posti sbagliati. Non ti sei accorto che gli unici «paletti» a cui potevi appoggiarti eravamo noi, i tuoi genitori, quelli che tu consideravi ormai «vecchi» e poco propensi a capire le tue esigenze ed i tuoi problemi. Ci preoccupavamo, magari cercavamo di importi alcune cose che non condividevi, anche dopo averne discusso. Non abbiamo mai cercato di importi scelte fatte da noi e ti abbiamo sempre lasciato la libertà di agire e di muoverti come meglio credevi, cercando di lasciarti più libero possibile perché ti prendessi le tue responsabilità ed i tuoi spazi. Forse abbiamo sbagliato e dovevamo imporci in maniera più netta e decisa ma eravamo convinti, come lo siamo tutt'ora, che eri in grado di capire e di autoregolarti. Una cosa non avevamo capito, ed abbiamo pagato a caro prezzo, ossia che eri più convinto che i tuoi riferimenti fossero gli amici invece di essere noi. L'hai capito anche tu, anche se troppo tardi, e quando ti sei accorto che alcuni di quelli che consideravi «amici» sfruttavano te e ti usavano, la delusione è stata talmente forte da farti perdere il senso del reale.
L'errore è stato quello di non averci considerati come «tuoi amici» ma solo come genitori. Ossia coloro che servono solo a mantenerti agli studi e farti avere i soldi per divertirti con gli amici, quelli veri, quelli che condividono le tue paure, le tue ansie, i tuoi problemi. Ma quelli che, alla vostra età, sono problemi giganteschi, alla nostra sono elementi che non consideriamo nemmeno, tanto sono minimi. Se è vero che le generazioni non sono confrontabili è vero che noi abbiamo superato problemi simili ed abbiamo trovato strade che possiamo indicarvi. Se voi ci permettete di farlo e ci parlate delle vostre paure, se ci permettete di capire cosa pensate e come vorreste affrontare questo mondo.Non siamo un bancomat a cui chiedere soldi, una trattoria in cui andare a mangiare o un rifugio dove trovare un letto per dormire. Siamo i vostri genitori, coloro che hanno abdicato alla loro vita propria per vivere una vita diversa assieme a voi, coloro che, se vi serve qualcosa, abbandonano tutto per darvi una mano, che fanno sacrifici perché troviate una strada più pianeggiante ma, evidentemente, non siamo in grado di comunicarvi questa volontà, oppure voi non riuscite a capirlo.
Quando siete nati, tu e tua sorella, alla dimissione dall'ospedale ci hanno dato un sacchetto con pannolini, creme ed altre cose di prima necessità ma mancava il «manuale di istruzioni del bravo genitore» (non l'hanno ancora stampato) e, quindi, abbiamo dovuto arrangiarci e cercare di fare del nostro meglio per affrontare una vita che nessuno ci aveva insegnato prima.
Ora ti dobbiamo lasciare ma vorremmo chiederti un ultimo piacere. Tu che ti sei tanto prodigato e speso per i tuoi amici, prova a far capire che noi genitori non siamo quella «palla al piede» che loro pensano, che quello che facciamo e diciamo non è per darvi fastidio e per ostacolarvi, che se vi chiediamo «cosa c'è» non è per farci gli affari vostri ma solo perché siamo preoccupati per voi. Noi siamo sempre qua ad aspettare che voi vi degnate di parlarci, di farci sapere cosa avete intenzione di fare, manifestarci i vostri problemi per poterne discutere assieme. Sarebbe un ultimo grande regalo che faresti a tutti noi genitori.
Grazie Fede. Mamma e papà».

martedì 25 marzo 2014

TRIATHLON


DIZIONARIO SPORTIVO

Triathlon

Uno sport, in forte ascesa a livello mondiale anche tra le star, composto da tre discipline di resistenza: nuoto, bici, corsa. Lo si pratica per stare in forma evitando routine sportive troppo noiose. Difficile e faticoso? Non sembrebbe. Due esperti ci spiegano tutti i lati positivi


Triathlon
Jennifer Lopez



























Il Triathlon è uno degli allenamente sportivi più in voga al momento. Per capire cos'è, ci affidiamo a Sandro Siviero, runner, triatleta e co-founder di Runlovers  :"Innanzitutto, il triathlon prevede "lunghezze" diverse a seconda del tipo praticato. Il triathlon sprint prevede 750 mt di nuoto + 20 km in bici + 5 km di corsa;  il triathlon olimpico, 1.500 mt di nuoto + 40 km di bici + 10 km di corsa. Come si può immaginare le due versioni comportano un diverso impegno, soprattutto riguardo l'approccio e l'allenamento. Per esempio, è possibile affrontare il Triathlon Sprint dopo una breve preparazione mentre per la versione olimpica o per l'Ironman (un Triathlon ancora più evoluto e duro) occorre allenarsi davvero di più."

Daniele Moraglia, co-owner di Sport Time sottolinea che: “Il grande fascino di questo sport è determinato anche dal fatto che si gareggia in posti da favola, come il mitico Ironman delle Hawaii, la finale mondiale che ogni anno porta circa 2000 atleti nelle isole statunitensi. O in Italia: a Pescara, l'Ironman Italy, a Rimini e in Sardegna (Forte Village, vicino a Pula) dove ci sono due tappe del Challenge Half Ironman. Per chi vuole iniziare da distanze corte, alla portata di tutti, può consultare sul sito Fitri il calendario completo della stagione 2014".

1. A chi si rivolge il Triathlon?
"Se questa domanda fosse rivolta a me", dice Sandro di Runlovers e tri-atleta, "risponderei che il triathlon è per gente che si annoia facilmente nel fare un solo sport. Correre è bellissimo, la bici dà meravigliose scariche di adrenalina e il nuoto è rilassante. Però ciascuno di questi sport fatto e ripetuto singolarmente può avere anche i suoi lati negativi: provate, per esempio, a pensare a chi nuota fissando per ore la riga blu sul fondo della piscina! Con l'allenamento, poi, diventa la cosa più naturale del mondo. Possono praticarlo bambini, giovani, adulti, donne e uomini: ci sono distanze per tutti. Oltretutto, lavorando su distanze relativamente brevi e differenziando lo sforzo, è uno sport di resistenza che sviluppa in modo completo il fisico senza causare particolari scompensi".

2. Come si prepara
Sandro di Runlovers: "Partiamo dal presupposto che il triathlon non sia la somma di nuoto, bici e corsa bensì un solo sport. Generalmente ci si iscrive a una società affiliata FITRI con allenatori qualificati che calibrano i carichi di lavoro sulla base delle caratteristiche di ciascun atleta. Ci si allena almeno 4 volte a settimana (2 per la disciplina dove sei meno forte, 1 + 1 per le altre due discipline), il bello è che allenandoti su specialità diverse ci si diverte sempre". Daniele Moraglia di Sport Time aggiunge: "Il bello del triathlon è poter variare, così se un giorno piove e non potete uscire in bici, c’è sempre il nuoto o se invece non riuscite a correre per un piccolo infortunio alla gamba, la piscina o una seduta leggera di bici vi può aiutare a recuperare senza interrompere i vostri allenamenti".

3. Come ci si veste?
Sandro di Run Lovers: "Per le gare si utilizza un particolare body (sì, come i supereroi!) in tessuto specifico che si asciuga velocemente dopo la parte di nuoto ed è realizzato con un fondello leggero per il ciclismo che comunque non dà fastidio per quando si nuota o corre. Alcune gare (in base alla temperatura dell'acqua) possono prevedere l'uso di una muta. Per il ciclismo è ovviamente indispensabile avere una bici da corsa (le bici spaziali da cronometro si possono usare solamente per le gare "no-draft", ovvero dove non è consentito stare in scia a chi ti precede). Per gli allenamenti invece si usa la tenuta propria di ciascuno sport."

GUARDA: COSA INDOSSANO GLI ATLETI DI TRIATHLON


4. Rischi
Sandro di Runlovers: "La dipendenza da endorfine".

5. Perché è diventata così di moda anche tra le donne?
"Perché è sinonimo di vita sana, attiva, non è affatto noioso e permette di scaricare lo stress. Aumenta molto la fiducia in se stesse. E poi... non vedete quanto sono belle le triatlete?", conclude con ironia Sandro di Runlovers.