martedì 20 novembre 2012

NOI



“Ormai state insieme da così tanto tempo. Non siete stanchi? Non siete schiavi dell'abitudine o annoiati?”
Odio l’accostamento di queste parole quando si parla 
di noi.
Odio chi prende sottogamba le storie di vecchia data quanto quelle dei primi mesi.

«Ma che ne sanno loro di come ci guardiamo ancora io e te?
Che ne sanno loro di quanto ridiamo insieme, di quanto ci stupiamo ancora dell’emozione che proviamo prima di vederci?
Che ne sanno del rossore delle mie guance ai tuoi complimenti?

Sanno quante lacrime mi rigano il viso quando mi fai una sorpresa? Quando mi regali un fiore di campo? Quando all'improvviso, ti vedo arrivare senza preavviso?
Ma che ne sanno di come ci sentiamo, ci guardiamo senza dire niente?
Che ne sanno cosa si prova quando due persone si capiscono al volo?
Quando nel dolore, si aggrappano l’un l’altro per sentirne meno?
Ma che ne sanno della forza che mi dai, del tempo che non passa mai? Di quanto stringiamo i denti abbracciando il futuro?»

Semplice, non sanno, non conoscono niente di tutto questo, né di altro ancora, ma parlano.
Dovrei essere stanca, annoiata?
No, sono stanca delle parole buttate al vento, di chi apre bocca per dare fiato. 


Sono abituata a sentire stronzate nell’aria e sono talmente annoiata nel sentirle che ORMAI, chi le dice, conta meno di zero.

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